Perchè ora?
O anche, perchè non prima?
Perchè prima non ce la facevo.
Non riuscivo a stare tranquilla, non riuscivo a respirare, quasi, non riuscivo a muovere un passo senza paura paura paura.
Prima, prima che succedesse, prima io pensavo che fossero strane quelle che, dopo avercela fatta, non se la godevano, continuavano a sentirsi diverse, a sentirsi strane.
Prima, pensavo che sarei stata semplicemente felice, che avrei avuto voglia di gridarlo a tutti.
Poi, invece.
Poi invece scopro di essere non solo un fascio di paure, ma anche di avere un bisogno quasi doloroso di stare chiusa dentro di me, di proteggere ogni secondo come se qualsiasi voce esterna, qualsiasi parola, anche la mia, fosse un pericolo.
Ho tenuto fuori tutti.
Se escludiamo i medici, chiaro.
Poi l'ho detto a una persona, a una donna che mi è stata vicino in questo percorso, anche se non ci siamo mai incontrate di persona.
L'ho detto a lei e le ho fatto domande assurde, e ho continuato a tacere, con il resto del mondo.
Silenzio. Silenzio. Silenzio.
Ci sono stati grandi dolori, corse al pronto soccorso, altri dolori, un distacco, punture punture punture, tante di quelle medicine che il mio fegato probabilmente ci metterà mesi a smaltire il tutto.
E poi ancora silenzio.
Non ce la facevo, a parlarne. Era più forte di me.
Non riuscivo neanche a scriverlo, per la sensazione sottile di vergogna verso chi sta ancora cercando, verso chi magari potrebbe pensare, come pensavo io: "ma dai, ce l'hai fatta...ora perchè non festeggi e basta?".
Non riuscivo a dirlo ai miei genitori, a nessuno.
Poi è arrivato settembre, e ho dovuto dirlo al lavoro.
La notte prima non ho dormito, neanche fosse stato un esame.
Ho portato un foglio, un certificato dettagliato e fanculo alla privacy, ora a scuola tutto il mondo sa ogni dettaglio, dal mio Rh- al mio distacco alla mia icsi.
E' stato un passo incredibile. Il mondo esterno, una fetta di mondo esterno, sapeva.
Una fetta lontana da casa, una fetta di vita che non ha a che fare col resto di me, e così un pezzo di mondo sapeva, ma con tutti gli altri il silenzio è continuato.
Poi, alla fine di settembre, il Filosofo mi ha detto "ok, basta. A mia madre, a mia sorella e ai tuoi dobbiamo dirlo".
E' ridicolo, non dirlo a loro, non ha senso, dai, dobbiamo, forza, cosa credi che faranno, che non saranno felici? E poi dai, siamo al 4° mese, non si può negare per sempre, con loro.
E allora l'abbiamo detto ai miei, e poi lui ha pensato a sua madre, a sua sorella.
Anche a loro, a tutti loro, abbiamo imposto il mio voto di silenzio.
La mia bolla si è espansa a includerli, ma non è scoppiata.
Non ancora.
Anche adesso, mentre scrivo, ancora non è stato detto fuori, ai parenti, alle amiche di mia madre, in giro.
Perchè?
Credo che sia perchè io sono ancora troppo impaurita...troppo poco sicura, mi sembra tutto fragile.
Abbiamo fatto da poco la morfologica, con la dottoressa che ci ha detto "quello che si vede..va bene. Considerate che molte cose non le possiamo vedere, ma insomma, intanto quello che c'è va bene."
Il Filosofo ne è uscito rassicurato, io non del tutto, ma insomma, io sono sempre sul chi vive, lo so.
All'ospedale c'erano altre donne, quasi tutte più panciute di me, ma adesso anche la mia pancia fa capolino, e so che non posso più pensare che la gente fuori non lo veda, non lo sappia.
Pian piano condividerò.
Nel frattempo, comincio con lo scriverlo qui, nel mio diario. Lo dico pubblicamente anche a me stessa. mica poco, per me.
Nelle settimane passate ho tenuto una specie di diario "vero", cartaceo proprio, un quadernino di pensieri paure e conto dei giorni.
Ho pensato che forse nei prossimi giorni lo trascriverò qui.
Per averlo con me, non su fogli scarabocchiati, e perchè penso, in fondo, che possa anche "servire" a qualcuno.
Che magari ci sia qualcuna che finalmente ce l'ha fatta, con la ICSI, e che si trova ad essere terrorizzata e felice e preoccupata e piena di pensieri (certo, i pensieri può averli anche chi ce la fa "da solo", ma io penso soprattutto alle mie "simili")
Ci sono donne che ce la fanno e riescono a godersi pienamente il momento, da subito, e fanno bene!!!!
Ma io non sono così, e magari anche qualche altra donna è così, e allora penso che, forse, leggere i miei pensieri sparsi possa farla sentire meno sola, quell'altra donna che si sente una stronza e un'ingrata perchè ce l'ha fatta e non riesce, comunque, a stare tranquilla un attimo.
E così probabilmente trasciverò il quadernino. E ricomincio a scrivere qui, perchè comunque tirar fuori i miei pensieri mi è necessario.